venerdì, agosto 19, 2005

....l'attimo e l'eterno


...la maggior parte dalla vita la si trascorre aspettando; o meglio: la maggior parte della vita la si trascorre credendo di dover aspettare qualcosa o qualcuno.
Cosi facendo, oltre a non godere della maggior parte dei momenti che la vita ci offre, dimostriamo di essere organismi estremamente atemporali esternamente, ma intimamente stretti alla ruota del tempo.
Per pochi di noi il presente ha realmente significato: la nostra vita assume un apparente valore solo rispetto al passato, cioè la fonte della nostra esperienza, e al futuro, cioè la fonte dei nostri sogni.
In questo dimostriamo la nostra atemporalità superficiale, in quanto siamo spiritualmente proiettati fuori dal tempo in cui di fatto viviamo.
Nella società stessa l'individuo ha valore rispetto al suo passato, in quanto il suo "significato" è valutato in base alla dimensione dell'avere, non dell'essere: quanto ha, non chi è.
Nel rapporto con gli altri, nella maggior parte dei casi, l'individuo ha valore rispetto al suo futuro, in quanto il suo "significato", è valutato in base al quanto e al cosa darà, non al come sarà.
Io sono insegnante elementare in quanto in passato mi è stato riconosciuto tale titolo ed il mio valore o merito è calcolato in base al quanto saprò dare.
Tale rapporto con il tempo è però solo esteriore: intimamente siamo infatti estremamente legati ad esso, in quanto interamente condizionati dal presente.
Ciò che in realtà per l'individuo, al di fuori dei rapporti sociali, ha valore, è "l'attimo": Tutto si cancella in rapporto ad esso, il passato ed il futuro perdono la loro forma, entrambi svaniscono nel presente.
In un attimo si nasce ed in uno si muore; il tumulto interno delle passioni e delle emozioni fa si che per "l'anima" abbia valore solamente l'attimo presente, la sensazione che sta vivendo,più della somma di tutte le emozioni mai provate.
Il pazzo, è chiamato tale dalla società che vive del passato e del futuro e non sa sacrificare, come fa il "pazzo" (o l'uomo) l'intera sua esistenza all'attimo presente per poi distruggerla di nuovo a quello successivo.
La società non sa dubitare di sè in ogni istante (oppure non può?).
In un attimo si prendono quelle decisioni che trasformano la vita e che rimangono nel ricordo, in quanto la memoria è memoria di un attimo, decisioni che non tengono conto del passato,di ciò che sarà,e per questo sono significative e fondamentali.
Il sociale, la maschera, vive dunque al di fuori del tempo, nel passato e nel futuro; l'uomo nella sua individualità vive nel tempo, in stretto rapporto con il presente: questo, ciò che noi chiamiamo inconscio, irrazionale, artistico, quello ciò che noi crediamo logico, razionale.
Vivere eroicamente, significa vivere attimo per attimo conquistando e perdendo ciò che si è appena conquistato, raggiungendo certezze e mettendole subito in dubbio.
L'eroe, il bambino, l'uomo: consuma giorno dopo giorno la sua lotta "tragica" contro il sociale: il tempo contro l'eternità, Io contro la mia maschera.

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