sabato, ottobre 29, 2005

Rimani come un bimbo

Rimani come un bimbo
se vuoi cantare con me,
rimani come un bimbo:
Per favore non cercare di capire
se non sei nauseato
da questo mondo.

Prima dell'alba c'è sempre un tramonto,
prima della vita c'è sempre la morte
e mi sento così stanco
ma c'è qualcosa dietro la porta...

C'è una strada troppo lunga
perchè tu possa percorrerla:
Conduce qui, davanti alla porta,
passato e futuro
convergono nell'attimo;
Senza senso il circolo infinito,
oltre la porta
per tornare di nuovo qui.

Rimani come un bimbo,
dai un valore alla tua vita:
Crea un mondo
dove ogni cosa è così
come tu la vuoi,
perchè tu la vuoi.
Crea un mondo sulla tua volontà.
Fai sorgere un mondo dalla tua volontà.

domenica, ottobre 23, 2005

Una strada persa da troppo tempo

Voglio vederti piangere
quando capirai che è troppo tardi
per ritornare sui tuoi passi;
Voglio vederti cercare
disperatamente di distruggere
ciò che hai costruito.
Troppe volte ti ho chiesto
di affondare i tuoi passi
con tutta la tua forza e lasciare
un'impronta, distinta sul sentiero:
Troppe volte hai danzato
con passo leggero temendo
di ferirti.
Voglio vederti piangere
quando voltandoti
non vedrai alcun segno sul tuo cammino;
voglio vederti cercare
disperatamente una strada
persa da troppo tempo
...da troppo.
Affonda i tuoi passi
con tutta la tua forza
cosicchè giunto al termine
del tuo viaggio potrai girarti
e riconoscerti dai tuoi passi:
solo i ladri e i timorosi
vengono con passi leggeri
lungo un sentiero
perso da troppo tempo
...da troppo.
Voglio vederti piangere
ma se potrò ti allungherò la mano.

venerdì, ottobre 21, 2005

Il segreto dei giganti

Travolto da un fluido nero caddi nel bianco e vi rimasi appiccicato: dalla goccia dell'inchiostro in cui dormivo, ora mi trovavo su di un foglio bianco,senza speranza di potermi rialzare e ritornare in quello strano e denso fluido che rappresenta il mare di possibilità che ognuno ha nel proprio fodero.
Da qui nulla ha un senso, le parole sono solo fiumi d'inchiostro dal corso sinuoso e ipnotico: tutto è estremamente piatto ma intensamente profondo.
"Da qui o dalle stelle la sensazione è la stessa" mi dice un granello di polvere, una voce flebile dietro di me.
So che qualcuno lassù si sta sforzando di scrivere e qualcun'altro si sforzerà di leggere: sembra così strano che questa strada d'inchiostro possa essere letta, possa essere capita: "Sarà solo questione di distanza, certo bisognerà trovare quella giusta!".
Decidiamo di percorrere una di quelle vie poichè al fondo vediamo seduto un gigante.
Riconosco le lettere di un corsivo molto elementare, la scrittura di un bambino, ed insieme ci meravigliamo che conosca questa parola che per noi ha ormai perso ogni significato - "perchè?".
"Hanno sempre bisogno di certezze" mi interrompe il gigante, "domande, domande, è proprio l'unica cosa che sanno fare?" chiedo io. "Taci!" grida il granello di polvere "...anche tu sei uno di loro, non ti stai forse interrogando?".
Piange: "Oh no! L'ho fatto anch'io di nuovo".
Comincio a capire, che senso ha chiedere ormai, che senso ha mai avuto: "Non m'importa!".
"Qui - dice il gigante - non ho bisogno di domande, non ho bisogno di certezze, non ho bisogno di risposte".
"Ne sei certo?" chiese lo scettico che attratto dalla discussione si era avvicinato. "Sei certo di quello che hai detto?".
"Non ricordo - rispose il gigante - non ricordo niente di quello che ho detto!".

Un lampo improvviso nella mia mente, il granello di polvere lo vede nei miei occhi: "Ora lo sai - disse - questo è il segreto dei giganti: quelli che non hanno memoria. Senza memoria nessuna certezza ha senso, la memoria ci costringe a vivere nel passato, poichè è nel passato ogni fonte dei perchè; senza memoria si vive dell'eterno presente, dove tutto è dubbio, dove tutto è possibile, dove tutto scorre senza senso, senza perchè.
Ecco laggiù, è l'attimo senza passato!".
Travolto dall'eccitazione della scoperta e dalla convinzione di essere prossimo al segreto dell'esistenza, lo interrogo: "Dov'è ? Dove laggiù ? Dov'è l'attimo eternamente presente ?"
"Non so, non ricordo più !" rispose il granello di polvere.

domenica, ottobre 16, 2005

Babe Blue

Mele e arance
hanno dipinto quel volto
dell'unica superstite
alla distruzione mentale,
in un letto di bambù
è cresciuta Babe Blue,
a piedi nudi
negli angoli del cielo
su nuvole color porpora
ha lasciato gli occhi.

Ha spento la luce
vent'anni fa,
immersa nella goccia
che cade dal fiore,
Babe Blue
non aprire i tuoi occhi,
le immagini svanirebbero,
Babe Blue non respirare,
con te se ne andrebbero
le ultime grida del passato,
Babe Blue fammi entrare,
fammi entrare...
fammi entrare...
fammi entrare...

mercoledì, ottobre 05, 2005

Quella canottiera rossa

(Sarà una grande opera
mi dico,
ci credo per qualche minuto;
Domani leggerai:
Niente di speciale)
Se dicessi:

"Great!", frazioni di tempo
mi sussurro
grande lavoro nel quale tu
scruterai invano sensi
...amore o bellezze;
Di nuovo minuscolo
piangerò incomprensione,
ma tutto questo
domani...
Grande poeta papà
...o...
Che cazzo è 'sta roba?
Brutta parola,
sconveniente,
non ti piace...ma cosa ti piace?
Che cosa Vi piace?
La distruggo o no
eppure l'ho scritta,
ma ci credo?
O non riesco a fermare la penna,
o non mi viene nient'altro:
Allora non varrei niente.
E' così importante?
Forse è vitale valere qualcosa?
Ma è un dialogo o una poesia?
Inventerò qualche risposta,
Ora ho solo il naso tappato,
divertente!
Ho un tavolino di marmo

una finestra con tendine
bianche e bianchi desideri,
(forse si risolleva,
poche strane frasi)
Bianchi fogli
rossi amori, rossa
canottiera rossa e rosa
seni rosa e bianchi
bianche lenzuola o a fiori
o veri fiori, erba, prati,
fienili, boschi,
sentieri che entrano nel cuore
della montagna,
sentieri che entrano nel tuo cuore,
nel tuo corpo.
Sbucciamo arance, dopo,
saltiamo torrenti
leggeri ora sui sassi,
non gli stessi sassi
sul tetto rotolavano,
felici per la scoperta
ragazzi svegli e svelti,
non così le nonne
dicono tra le dentiere
di non dormire mai,
il vero sonno è troppo vicino,
ma lasciano i nipoti
la notte fuori, a bussare,
loro, ghiri in letargo,
scoiattoli che attraversano sentieri,
balzano su pini mattuttini
spaventano la rossa canottiera
di notte, nei silenzi
urla di mucche
nello spazio e nel tempo
vicine alla morte,
lontane dai respiri umidi
e ritmici

di corpi finalmente soli,
lavati da bagni di sale notturni,
protetti da una tenda materna,
da polverosi solai
e finestre indiscrete
su ristoranti di porci
che saccheggiano anche la montagna
dove ancora il sole e le nuvole
e abeti e amore
e sesso di canottiere rosse
ci accolgono.
E domani archi,
focolari e poltrone
betulle e vasche da bagno
con piedini d'ottone,
sacchi a pelo
e nasi di cani umidi e curiosi.
Tutto in una stretta di mano
notturna in letti lontani,
sorvegliati da dormienti.
Tutto in un eterno e immobile
meriggio estivo:
Bianco e rosso si sfiorano,
fingono accademici dialoghi,
monologhi mascherati,
vecchi e decrepiti,
non così gli sguardi
già puntati su quelle
rosse canottiere avide
di promesse e viaggi,
certezze e spalle per piangere,
rifugi su rocce inespugnabili
lontane dai ricordi
e dalla violenza di abiti strappati;
case antisismiche
di sudati mattoni
e debiti e amore.
E musica e disperazione
di serate di noia

di parchi di cipressi
dove cadono lacrime di rabbia
per "California on my mind";
di vane ricerche
di estranei visi ed esperte mani,
contributi a psichedelici progetti.
Speranze di chi sognava
il flower-power,
bancarelle di ricordi,
borse di corda,
sandali da schiava,
e serate di porto,
libri di kerouac,
gonne a fiori,
piantagioni di asparagi
e moto "stars 'nd stripes",
chitarre e ritmi ancestrali
e lontananze di fili telefonici,
mercatini delle pulci,
sacchi a pelo,
capelli lunghi
e canottiere rosse.

E' andata meglio del previsto
ma devo farmi due spaghetti,
aspettare il crepuscolo
nell'anticamera della morte,
dove facile è impazzire
nel puzzo dell'angoscia e solitudine
per chi non ha
e non avrà mai
quella rossa canottiera.
Gente square
che entra ed esce
solo un po' più verde
e copre il fetore col deodorante.
Riciclaggio di carne macera,
deposito d'immondizia

dove i custodi hanno un solo dio,
come tutti,
"keep up with the Jones !".
Sono troppo arrabbiato,
arrrrrrrrabbbbbbiatoooo,
stasera tornerò a casa,
I gonna go home.