lunedì, settembre 12, 2005

Il guanciale dell'eroe costretto a battersi in terra straniera

Se riuscissi almeno a decifrare quelle voci
usate ed abusate,
quei passi strisciati
chiudono le persiane:
Ma chi le ha mai aperte?
Inalterata l'aria degli spazi domestici,
ipnotici i suoni,
frenano le inferriate
le urla di chi è fuori, outhere!
E squarcia il petto
e offre il suo sangue e il suo sudore
alla diffidenza dei falsibeati.

Invadono il giacere di idillici sonni
le nebbie, gli oceani, il timore
di un panorama scomparso dietro le tende,
oltre i vetri, frantumi e cocci
che ci hanno illuso nei secoli dei secoli,
Amen!!
Filtra dai tubi catodici
il piacere di sapere che qualcuno veglia
sulla faccia buia del pianeta,
su quattro mura incomprensibilmente amiche,
sui visi che si chiudono
con l'ultimo giro di chiave,o che sono costretti a farlo
e ad incontrare le ore del pianto.

Quando il silenzio è opaco e stride
e si aggroviglia come edera
attorno e dentro il battito
di un cuore non più domato,
soffocato dai rumori caotici
che lo proiettano in una dimensione atemporale,
dimentico forse
di un altro corpo che sempre trema.

Ricordo il futuro,
nei silenzi di due cuori che battono
all'unisono,
in fantasmagorie di gesti erotici,
nelle mute eternità delle notti,
nell'unico mondo
che alfine dalla nostra finestra apparirà.
Quante barriere resisteranno fino ad allora?

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