mercoledì, ottobre 05, 2005

Quella canottiera rossa

(Sarà una grande opera
mi dico,
ci credo per qualche minuto;
Domani leggerai:
Niente di speciale)
Se dicessi:

"Great!", frazioni di tempo
mi sussurro
grande lavoro nel quale tu
scruterai invano sensi
...amore o bellezze;
Di nuovo minuscolo
piangerò incomprensione,
ma tutto questo
domani...
Grande poeta papà
...o...
Che cazzo è 'sta roba?
Brutta parola,
sconveniente,
non ti piace...ma cosa ti piace?
Che cosa Vi piace?
La distruggo o no
eppure l'ho scritta,
ma ci credo?
O non riesco a fermare la penna,
o non mi viene nient'altro:
Allora non varrei niente.
E' così importante?
Forse è vitale valere qualcosa?
Ma è un dialogo o una poesia?
Inventerò qualche risposta,
Ora ho solo il naso tappato,
divertente!
Ho un tavolino di marmo

una finestra con tendine
bianche e bianchi desideri,
(forse si risolleva,
poche strane frasi)
Bianchi fogli
rossi amori, rossa
canottiera rossa e rosa
seni rosa e bianchi
bianche lenzuola o a fiori
o veri fiori, erba, prati,
fienili, boschi,
sentieri che entrano nel cuore
della montagna,
sentieri che entrano nel tuo cuore,
nel tuo corpo.
Sbucciamo arance, dopo,
saltiamo torrenti
leggeri ora sui sassi,
non gli stessi sassi
sul tetto rotolavano,
felici per la scoperta
ragazzi svegli e svelti,
non così le nonne
dicono tra le dentiere
di non dormire mai,
il vero sonno è troppo vicino,
ma lasciano i nipoti
la notte fuori, a bussare,
loro, ghiri in letargo,
scoiattoli che attraversano sentieri,
balzano su pini mattuttini
spaventano la rossa canottiera
di notte, nei silenzi
urla di mucche
nello spazio e nel tempo
vicine alla morte,
lontane dai respiri umidi
e ritmici

di corpi finalmente soli,
lavati da bagni di sale notturni,
protetti da una tenda materna,
da polverosi solai
e finestre indiscrete
su ristoranti di porci
che saccheggiano anche la montagna
dove ancora il sole e le nuvole
e abeti e amore
e sesso di canottiere rosse
ci accolgono.
E domani archi,
focolari e poltrone
betulle e vasche da bagno
con piedini d'ottone,
sacchi a pelo
e nasi di cani umidi e curiosi.
Tutto in una stretta di mano
notturna in letti lontani,
sorvegliati da dormienti.
Tutto in un eterno e immobile
meriggio estivo:
Bianco e rosso si sfiorano,
fingono accademici dialoghi,
monologhi mascherati,
vecchi e decrepiti,
non così gli sguardi
già puntati su quelle
rosse canottiere avide
di promesse e viaggi,
certezze e spalle per piangere,
rifugi su rocce inespugnabili
lontane dai ricordi
e dalla violenza di abiti strappati;
case antisismiche
di sudati mattoni
e debiti e amore.
E musica e disperazione
di serate di noia

di parchi di cipressi
dove cadono lacrime di rabbia
per "California on my mind";
di vane ricerche
di estranei visi ed esperte mani,
contributi a psichedelici progetti.
Speranze di chi sognava
il flower-power,
bancarelle di ricordi,
borse di corda,
sandali da schiava,
e serate di porto,
libri di kerouac,
gonne a fiori,
piantagioni di asparagi
e moto "stars 'nd stripes",
chitarre e ritmi ancestrali
e lontananze di fili telefonici,
mercatini delle pulci,
sacchi a pelo,
capelli lunghi
e canottiere rosse.

E' andata meglio del previsto
ma devo farmi due spaghetti,
aspettare il crepuscolo
nell'anticamera della morte,
dove facile è impazzire
nel puzzo dell'angoscia e solitudine
per chi non ha
e non avrà mai
quella rossa canottiera.
Gente square
che entra ed esce
solo un po' più verde
e copre il fetore col deodorante.
Riciclaggio di carne macera,
deposito d'immondizia

dove i custodi hanno un solo dio,
come tutti,
"keep up with the Jones !".
Sono troppo arrabbiato,
arrrrrrrrabbbbbbiatoooo,
stasera tornerò a casa,
I gonna go home.

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