martedì, novembre 22, 2005

Primus et Secundus

I. Dio ha forse più bisogno dell'uomo di quanto l'uomo lo abbia di Dio; la decantata "volontà divina" sembra più che mai condizionata dai bisogni umani.

II. L'uomo vive "senza " Dio: non sono altrettanto convinto che lo possa fare Dio senza l'uomo.

III. Il Dio: o meglio il dio che conosco, mi sembra più che mai costruito in base ai principi ispiratori della moderna economia: la funzionalità e la comodità. Le sole azioni "mediocri", quelle cioè che non portano con sè nessuna conseguenza e che quindi non abbisognano di nessun atto di responsabilità, sono interamente umane (cioè l'uomo le attribuisce a sè stesso), quelle malvage o benevoli hanno origine al dì fuori dell'individuo, in entità altrettanto "buone o cattive".

IV. L'uomo cerca risposte anche dove non le può trovare.

V. Meglio una risposta subito che una descrizione domani. L'umanità è avida di risposte non di assimilare la capacità di comprenderle.

VI. PRIMUS: "Come debbo credere che abbia avuto origine la vita?
SECUNDUS: ".......un cerchio? un cerchio...un..."
PRIMUS: "Capisco!"
SECUNDUS: "Davvero capisci queste parole che sono così oscure pure a me che le ho pronunciate?"
PRIMUS: "No!, ciò che veramente m'importa è che sia una risposta!".

VII. Chi ci ha convinti che le risposte alle nostre domande riposano alle nostre spalle, ci attendono dietro di noi: "Chi per primo ha bisbigliato al nostro orecchio: "-PASSATO-"?.

VIII. Il presente è la fonte delle risposte più vere.

IX. Le risposte proposte dalla scienza sono forse più fantastiche dei miti stessi: ricorre in esse più spesso la parola "caso" che la parola "progetto".
"Perchè deve sembrare così inammissibile la frase -L'uomo è frutto di innumerevoli errori-? Solo un branco di presuntuosi può protestare e costruirsi un'origine ad -hoc".

X. Una sola parola mi frulla insidiosa nella testa, vaga rimbalza in cerca di un senso che forse non ha mai avuto: CASO. Che cosa significa: "...ciò è determinato dal caso" ? ...E la libera scelta ?
Legge e caso, due termini che hanno significato in una sola prospettiva, in una sola dimensione, in un universo che contenga dentro di sè la propria ragione d'esistere, dove ogni cosa esiste in funzione di..., esiste perchè...
L'altro è un universo vuoto dove tutto esiste e basta, i motivi sono solo umani, le ragioni sono figlie dell'uomo. Nè legge nè caso hanno alcun significato poichè non esiste armonia prestabilita alla quale essi debbano corrispondere. L'esistenza non necessita di giustificazioni, la Volontà le dona.
Un universo privo di significato; un uomo pronto a donarglielo. Un universo di interpretazioni che muoiono con il loro creatore.

XI. Dio è uno dei tanti "sensi"...come tale frutto del nostro creare.

XII. La mia è solo un'interpretazione, una delle tante, come tale non rivendica affatto ciò che si chiama "verità".(Non temiamo di dire ciò che altri hanno già detto).

XIII. La verità esiste ed ha valore soltanto in un universo che si presume oggettivo e quantitativo, dove un'affermazione è più o meno vera a seconda che sia più o meno verificata dai fatti, ma in una dimensione qualitativa essa si dissolve in una miriade di prospettive.

XIV. La quantità e la qualità non sono due dimensioni complementari in uno stesso universo bensì l'una (la quantità) è un caso particolare dell'altra (la qualità): una è parte dell'altra.
La quantità è una delle prospettive qualitative: la quantità numerica di un gruppo di persone è una delle qualità del gruppo stesso.

1 commento:

Kajal ha detto...

XIII. La verità esiste ed ha valore soltanto in un universo che si presume oggettivo e quantitativo, dove un'affermazione è più o meno vera a seconda che sia più o meno verificata dai fatti, ma in una dimensione qualitativa essa si dissolve in una miriade di prospettive.

Ciao, volevo capire meglio cosa intendi per "un'affermazione è più o meno vera a seconda che sia più o meno verificata dai fatti", nello specifico come e quale tipo di verifica potrebbe spiegare se una affermazione è più o meno vera?

Grazie Kajal